Il 26 e il 27 marzo il vertice anglo-francese ha celebrato la geometrica potenza di due ambiziosissimi Paesi decisi a cambiare il mondo. E’ < nata un’intesa fraterna >, ha detto il presidente francese Nicholas Sarkozy anzi < formidabile > ha ribattuto il premier inglese Gordon Brown, destinata a rivedere la Governance mondiale e rilanciare l’Europa. Il tutto mentre da noi volano gli stracci sull’ossessivo caso Alitalia e i soliti noti si ripropongono in una campagna elettorale sfibrante. La divisione in mille partiti, la polemica continua, gli sgambetti, il basso livello del dibattito condannano il nostro Paese a guardarsi l’ombelico mentre altre nazioni, coese al loro interno, sono in grado di modificare il mondo circostante. La mancanza di mastice civile è un forte handicap. Dove siamo però imbattibili è nell’individualismo. Guardare per credere il successo della moglie di Sarkozy, Carla Bruni.
Il vertice anglo-francese è stato dominato dalla sua presenza silenziosa che ha fatto scorrere sui giornali inglesi, letteralmente incantati dal suo exploit londinese, chilometri di inchiostro, sicuramente molti di più di quelli che riferivano della sostanza degli incontri. Carla Bruni è bella, elegante, ha classe ed è spregiudicata, a giudicare dalla collezione di uomini-trofeo che ha messo assieme: da Mick Jagger, passando per Eric Clapton e Donald Trump fino all’ultima conquista di Sarkozy. E’ intelligente, è stata una modella di successo, vive in Francia da anni, dove recentemente si era affermata come una buona cantautrice, tanto che ha venduto 2 milioni di dischi. Insomma, un carattere forte e una carica individuale tale che è riuscita a pesare come uno Stato a sè tra i rappresentanti dei due Stati riuniti in vertice a Londra. Se il vertice a due tra inglesi e francesi ha avuto successo lo si deve in buona parte a un’italiana che i francesi hanno ovviamente rivendicato per sè. E che dire di Fabio Capello, il ct dell’Inghilterra che per pura coincidenza si è trovato a dover gestire una partita amichevole (persa 1-0) contro la Francia proprio nel bel mezzo del summit? Capello è un altro carattere forte ammirato e rispettato (finché dura) dagli inglesi a cui hanno affidato le sorti della loro nazionale. Il nostro Paese pare una fucina di forti individualità destinate, dai tempi di Dante Alighieri e Cristoforo Colombo, passando per i soldati di ventura, al consigliere di Maria Stuarda, Davide Rizzio, o al navigatore Giovanni Caboto per citare due illustri espatriati in terra inglese, oltre a mille altri transfughi e profughi, a cercare fortuna all’estero perchè hanno alle spalle un sistema Paese inesistente che permette una crescita stentata solo in virtù di cordate, tribù, amicizie, consorterie o correnti di partito. Un meccanismo che si è andato deteriorando negli ultimi vent’anni al punto da farci rimpiangere i vecchi partiti e le vecchie istituzioni di cui godevamo. Un Paese in cui l’individualismo esasperato distrugge lo spirito di gruppo e l’attività organizzata. Per solcare le onde velocemente serve una barca. Che necessita di uno sforzo collettivo per navigare. Altrimenti tocca nuotare in solitudine. Forse è meglio correggere il famoso detto sull’Italia: un Paese di poeti, santi e navigatori… a nuoto. Sicuramente una disciplina sana per il fisico, che esalta i più capaci. Chi non ha le doti, se non fa parte dell’equipaggio di una barca, non è però messo in condizioni di remare..