Non è una lettura molto edificante quella dello studio svolto dalla società di consulenza Armstrong Bonham Carter sui Cda delle prime 100 società quotate britanniche, quelle che fanno parte per intenderci della magica cerchia dell’indice Footsie-100. Certo, tutte seguono diligentemente le regole stabilite dai codici di Corporate Governance. Ma secondo la società di consulenza nessuna ha criteri interni per stabilire il proprio grado di efficienza.
Stabilire l’efficienza di un’azienda è un compito arduo e la Armstrong Bonham Carter ci ha provato scoprendo che un presidente del consiglio di amministrazione su quattro non ha esperienza specifica del settore in cui opera la società che presiede. Il 18% non ha stabilito gli obiettivi che vuole raggiungere e il 28% lo ha fatto in modo vago. Peggio il 40% dei Ceo non può vantare un passato in termini di creazione di valore. E infine le comunicazioni interne alla società sono povere per cui non c’è da soprendersi se da un recente sondaggio della società demoscopica You Gov il 74% dei dipendenti dei aziende con oltre 5mila impiegati ha confessato di non fidarsi del proprio top management. Infine, oltre un quarto delle aziende non ha definito chiari obiettivi finanziari e strategici per definire la propria performance. Conclusione: molte grandi società britanniche per quanto rispettate tirano a campare.