Boris II, il ritorno di un comico alla guida di Londra

Boris Johnson ha vinto l'elezione a sindaco di Londra per un'incollatura, contro l'eterno rivale Ken Livingstone, che gli ha concesso l'onore delle armi e, dopo oltre 40 anni di militanza, ha annunciato il ritiro dalla vita politica. Un successo ottenuto per un'incollatura in termini percentuali, ossia 51,5% a 48,5%, ma un mare di preferenze in termini assoluti, dato che a separare il sindaco rientrante dallo sfidante è stata una marea di 62mila voti che di solito bastano per assicurare la vittoria in un collegio nazionale a un politico di razza. Johnson di voti ne ha presi 1,05 milioni, una quantità sterminata, che prova quanto diverse dalla norma siano le elezioni del primo cittadino rispetto alle politiche. L'elogio migliore alla vittoria di Boris, un conservatore anomalo, è peraltro giunto dallo stesso Ken, un socialista anomalo. Livingstone ha detto che la vittoria di Boris è ancora più importante considerando la rotta dei conservatori alle amministrative che si svolgevano in parallelo nel Paese. Una rotta a cui ha fatto da contraltare la forte avanzata dei laburisti. Un'ammissione implicita da parte di Ken di avere fatto meno bene del proprio partito. Senza Boris in altre parole, Ken avrebbe stravinto sull'onda dei voti che il suo partito ha ottenuto nel resto del Paese. Ma cosa fa di Boris Johnson una macchina da guerra elettorale? Credo sia il fatto che la sua personalità e il suo approccio politico lo rendono unico nel panorama politico britannico. Possono altri conservatori ispirarsi a lui per riacciuffare i consensi perduti?  

Sulla personalità credo ci sia poco da fare per gli ispiranti imitatori. Boris Johnson è un fuoriclasse: è bonariamente arguto come Roberto Benigni, ma non è arrabbiato come Beppe Grillo: è un comico di talento che ispira una simpatia contagiosa con battute che oscillano tra il nonsenso e il surrealismo. Non si prende mai sul serio, mette tutti a proprio agio, ha la battuta fulminante ed è in totale sintonia con se stesso. Oltre a essere una delle migliori penne del giornalismo inglese, ha un senso delle spirito travolgente che lo ha visto ospite, prima di entrare seriamente in politica,  in numerose trasmissioni umoristiche televisive. E' un comico nato, come dicevo, ma non un buffone, di quelli che nella politica nostrana ne abbiamo da vendere. Per me un buffone è uno che fa ridere involontariamente mentre si impegna al massimo a essere serio ma si rende ridicolo perché è incapace di essere all'altezza della situazione. Boris ha una forte cultura classica affinata a Oxford, ha militato tra le fila dei conservatori da sempre, ha diretto (Spectator)  e vicediretto (Daily Telegraph) giornali conservatori importanti. Ha tutti gli istinti conservatori perché é contrario all'euro, é per la legge e l'ordine, è allergico allo Stato invadente e assistenziale e non tollera gli sprechi. Ma é allo stesso tempo moderno dato che è in favore dei diritti delle minoranze, sostiene i diritti dei gay (senza farsene paladino) e la multietnicità del nuovo mondo in cui viviamo: una convinzione che fa parte della sua vita dato che la moglie Marina è per metà di origine indiana. Infine ha una capacità innata di mescolarsi tra la gente, in virtù di una fortissima umanità. E' adorato dalle donne (il cui voto è stato massiccio in suo favore)  proprio per il calore che propaga e l'impressione che dà di stare bene con se stesso.

A Londra non ha fatto cose strabilianti, ma ha tagliato i costi esorbitanti ereditati da Livingstone, ha accelerato sull'introduzione delle biciclette, ha ridotto l'invasione di bus snodati di Ken per reintrodurre quelli più maneggevoli a due piani. Ha lottato contro la criminalità e ha fatto un poco demagogicamente la voce grossa contro i sindacati della metropolitana, riscuotendo consensi.  Non ha avuto grandi trovate ideologiche e finora neppure grandi trovate amministrative se non l'idea di rifare di sana pianta l'aeroporto cittadino sull'estuario del Tamigi per decongestionare la capitale. Un'idea ottima ma fantasiosa, dati i costi enormi e i tempi biblici che comporterebbe. Soprattutto, dato che Londra è a corto di soldi, ha cercato di ovviare alla sua impotenza di agire con tanta buona volontà. Per i conservatori, che si stanno alienando sempre più dalla gente comune che soffre enormemente daquesta recessione, Boris è soprattutto una lezione di stile e di empatia. Contrariamente a Cameron e a Osborne che agli occhi della gente tradiscono in continuazione le loro origini privilegiate. E dire che sia Boris sia David Cameron sono andati entrambi a Eton, il liceo privato più esclusivo del Paese. Ma Boris, forte forse di una personalità debordante, è riuscito a mettere alle spalle il connotato di classe, mentre gli altri suoi compagni di strada paiono rimanere impigliati. Un conservatorismo dal volto umano, che sia più vicino ai problemi della gente. Questa forse è la lezione che ha dato Johnson, in un periodo in cui la gente ha voltato le spalle alle ideologie socialiste ma non tollera piu' i privilegi e le discriminazioni. Londra su questo fronte incarna un campionario umano importante. E il sindaco comico che resta ancorato nel buonsenso riesce a interpretarlo meglio di chiunque.