La linea senza linea di Boris Johnson

La gestione improvvisata del potere da parte del Governo Johnson sta toccando il livello di allarme. Tanto che una parte della destra dura del partito che lo sostiene, raggruppata nello storico Comitato 1922, sta iniziando a mandare chiari segnali di sfiducia. I protestatari sostengono infatti che i continui cambi di rotta e le retromarce del Governo non solo hanno portato a una crescente perdita di consensi nei confronti del Primo Ministro, ma in generale stanno danneggiando i parlamentari Tory nei confronti dei loro collegi elettorali, dato che non possono annunciare e promuovere una linea d’azione senza che questa venga poi smentita sonoramente. L’impressione che il Governo Johnson non abbia principi e tiri a campare alla giornata sta diventando pericolosa.

Ultima della serie e’ stata la farsa degli esami finali GSCE ossia della scuola dell’obbligo (15 anni) e degli A level (maturità 18 anni). A causa del Covid il Governo, tramite l’ente regolatore OfQal ha sottoposto le valutazioni finali degli insegnanti a un Algoritmo di recente elaborazione che ha degradato metà delle indicazioni di voto dei docenti, creando un marasma. L’algoritmo infatti ha anche preso in considerazione una serie di elementi esogeni come i codici postali che a loro volta riflettevano aree del Paese più svantaggiate dove il profitto degli studenti era mediamente inferiore. Il pasticcio ha portato a una rivolta tra studenti e genitori con manifestazioni davanti a Downing Street e minacce di ricorsi legali da parte di oltre 80mila alunni. In una nuova prova di scollamento causato dalla Brexit tra Inghilterra e resto del Paese, Scozia, Galles e Nordirlanda hanno deciso di ribellarsi, voltando le spalle all’algoritmo e tenere buone le indicazioni dei professori fino a che lo stesso Governo ha dovuto cedere anche sull’Inghilterra. Il ministro dell’Educazione Gavin Williamson ha cavalcato male lo scandalo, scaricando le colpe sul Ofqual e rifiutando di dimettersi. Se il danno nei confronti di chi ha fatto il GSCE è in parte rientrato, i 55mila che facevano gli esami di ammissione alle Università sono furibondi dato che gli atenei offrono posti in base alle indicazioni di voto e l’algoritmo ha scompaiato tutte le carte obbligando i poveri studenti a rincorrere e rinegoziare le ammissioni. Un dramma dato che come è noto a chi vive in UK le prove estive di ammissione universitaria sono un vero e proprio rito che rende le notti insonni dato che spesso la futura carriera di un giovane dipende in gran parte dall’ateneo in cui viene ammesso a studiare.

Va detto che la pandemia ha messo a durissima prova i Governi di mezzo mondo, che si sono spesso trovati a recitare a soggetto cambiando decisioni pregresse per adattarsi a una realtà in continua mutazione. Il Governo Johnson sta però dando prova di particolare confusione, accrescendo nella gente un senso di insicurezza e sfiducia . I compagni conservatori tra l’altro sarebbero a disagio nei confronti della proposta in arrivo da parte del Cancelliere Rishi Sunak di aumentare le tasse alle aziende dall’attuale 19% al 24%. La risposta da parte di fonti del Governo consultate dai media è che il 24% è un livello mediano a livello internazionale e comunque più basso che in Francia, Germania e Italia. Il fatto è che fino a pochi mesi fa i Tory si facevano un vanto di tenere le tasse aziendali a livelli molto bassi, mentre ora, se dessero seguito alle anticipazioni, arriverebbero molto vicini al 26% che proponevano gli “odiati” laburisti. La mossa pare peraltro inevitabile dati i faraonici programmi di spesa da finanziare annunciati da Johnson per uscire dalla crisi. Programmi che hanno gettato alle ortiche decenni di politica di austerità dei Tory.

Si potrebbe dire che in tempi di emergenza come questi non si può andare tanto per il sottile aderendo rigidamente a dettami ideologici. Il fatto è che anche all’interno delle decisioni più pratiche questo Governo dà prova di esitazione e confusione. Il sito Huffington Post ha redatto recentemente un elenco di retromarce e cambi di rotta presi sull’onda di emergenze o dell’indignazione generale. Tra queste, il prolungamento di due mesi del blocco degli sfratti dopo che è emerso che decine di migliaia di persone vulnerabili si sarebbero trovate per strada sotto Natale nel momento più a rischio di una recrudescenza del virus. La sospensione di una soprattassa sul personale lavorativo immigrato (non residente) che rischiava di aggiungere una imposta addizionale media di 2500 sterline l’anno su personale cruciale per combattere il Covid, come infermieri, portantini, personale delle pulizie. Una continua sceneggiata sull’obbligo delle mascherine prima reputate inutili poi rese obbligatorie da luglio finalmente nei negozi. Recentemente l’obbligatorieta’ nelle scuole secondarie nelle aree comuni degli edifici in zone sottoposte a lockdown mantenendo facoltativo in altre scuole creano solo confusione. A proposito va ricordato che il Governo inizialmente voleva rimandare gli studenti a scuola in giugno, nel pieno boom della pandemia, per poi cambiare idea e ragionevolmente spostare il tutto a settembre. Infine, la decisione di cancellare la sospensione delle mense scolastiche nel periodo estivo per permettere alle famiglie più vulnerabili di garantire un pasto ai propri figli. Sono tutte col senno di poi decisioni di buon senso e fa specie che il Governo non le abbia pensate da sè ma le abbia prese sull’onda delle critiche dell’opinione pubblica.

I prossimi mesi potrebbero rivelarsi ancor più tormentati per Johnson dato che come in altri Paesi inizieranno a manifestarsi sul fronte economico i danni causati dalla pandemia e decisioni ponderate e ben congegnate dovranno essere prese. Per Johnson sarà un test cruciale che potrebbe mettere alla prova la coesione del partito e la fiducia nel suo leader.