La crescente difficoltà di Londra di ottenere una Brexit à la carte ha avuto in questi giorni una nuova e cocente conferma. Dopo la partenza dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, verso Amsterdam e dell’Eba, l’ente europeo di regolamentazione bancaria, verso Parigi, è ora il turno del programma spaziale Galileo a turbare i sonni del Governo britannico. Questa volta non è una questione di sedi, con l’addio di una schiera di professionisti di alto livello e conseguente perdita di cervelli e consumatori affluenti, ma di soldoni. La decisione di Bruxelles di escludere Londra post Brexit dai contratti futuri del programma spaziale rischia di essere un colpo durissimo per un’industria di avanguardia altamente sofisticata. Con ritorni lucrosi dato che Londra, che contribuiva per il 12% del budget dell’agenzia riceveva lavoro per il 15%.
Si calcola che negli ultimi dieci anni i britannici abbiano ottenuto lavoro per oltre 1 miliardo di sterline. Un tassello importante, su cui l’industria aerospaziale britannica contava molto per raggiungere l’obiettivo di ricavi per 40 milardi annui nel 2030. Ora Londra sta facendo la voce grossa, dicendo che la decisione UE, che adduce motivi di sicurezza nel settore dei PRS (public regulated services) e vuole escludere un Paese che non sarà più parte della Unione, è pretestuosa. Secondo Londra Bruxelles oltre a punire gli inglesi vuole favorire Paesi come Francia, Germania e Spagna che si dividerebbero le ricche spoglie. Fino a rimanere esclusa dalla nuova generazione di satelliti Galileo oltre al programma europeo di osservazione terrestre Copernico. Per gli inglesi è importante spuntarla al più presto facendo valere le loro ragioni dato che i consorzi europei per i nuovi programmi si stanno formando proprio ora e ogni rallentamento o esclusione britannica rischia di tagliarli fuori irreparabilmente dai progetti futuri.
Le società aerospaziali di alta tecnologia britanniche colpite sono Qinetic (che opera nelle tecnologie per i PRS) CGI (sistemi di criptazione) e Surrey, che fa componenti satellitari. Tre gioielli che rischiano di trovarsi senza mercato. Il programma europeo Galileo di navigazione satellitare è innanzitutto civile, a differenza degli USA, Cina e Russia che hanno programmi militari, e consiste in 30 satelliti collocati su diverse orbite geostazionarie a oltre 23mila km.
David Davies, ministro incaricato della Brexit, ha fatto fuoco e fiamme in questi giorni ricordando che il Regno Unito resta pienamente impegnato nella difesa e intelligence europea che non hanno nulla a che fare con la decisione commerciale di lasciare la UE. Ma è noto che la Brexit ha una forte componente politica dato che la UE va ben al di là del commercio (gli inglesi lasciando l’unione vogliono sfuggire a maggiore integrazione europea). Per questo il partito di chi vuole punire Londra perché vuole prendere dall’Europa solo ciò che le conviene, non appena può cerca di alzare la testa e colpire.