When Security defies Reality…

SafesWe live in the age of security. Potrebbe essere lo slogan del nostro tempo, che ci ha cambiato radicalmente la vita da un decennio. Per quanto il mondo della finanza abbia preso rischi enormi, provocando uno dei peggiori crack economici della storia moderna, la nostra vita, formalmente, si svolge alla ricerca del rischio zero, in una dilagante ansia di controllare ogni potenziale minaccia alla nostra sicurezza. Ultima della serie, l'eruzione del vulcano islandese, che ha portato a una paralisi senza precedenti di tutti i voli in Europa per una settimana perché si è preferito seguire le indicazioni del Met Office britannico e dei suoi modelli matematici piuttosto che mandare qualche velivolo in più in cielo e verificare realmente quale fosse la situazione. Fino a quando il buon senso degli europei continentali ha prevalso e i cieli sono stati riaperti, con visibile imbarazzo degli inglesi. A partire dal settembre del 2001 peraltro, specialmente nel mondo anglosassone, si vive in una situazione di completa paranoia.


Per restare nel tema dei voli aerei, tutti siamo ormai rassegnati a ore di estenuanti controlli negli aeroporti, pronti a subire il sequestro del coltellino svizzero o delle forbicine da 2 cm che abbiamo lasciato in fondo alla borsa della toilette piuttosto che della mezza bottiglietta di Evian che imprudentemente abbiamo portato al cancello di imbarco. Macchine sempre più accurate ci passano ai raggi meticolosamente e in modo sempre più indiscreto per verificare se non nascondiamo qualche arma letale. A Londra, ambasciate e luoghi pubblici sono ormai cintate con blocchi di cemento e cavalli di frisia che ci ricordano che siamo in uno stato di guerra contro forze ignote e immanenti. L'America vive in un clima di stato d'assedio. Tutti i rapporti che abbiamo con internet, i nostri email e i nostri telefoni, più che strumenti di comunicazione, sono diventati delle spie che segnalano quotidianamente i nostri percorsi. In Gran Bretagna oltre 4 milioni di telecamere, tra pubbliche e private ci riprendono mediamente un paio di centinaia di volte al giorno. La polizia inglese, che ormai detta al Governo l'agenda dell'ordine pubblico ha poteri di perquisizione (stop and search) su chiunque abbia l'aria sospetta in base alle leggi antiterrorismo. Non c'è libertà senza sicurezza, recitava un felice slogan di Tony Blair per giustificare la moltiplicazione dei controlli sulla vita dei cittadini. Tutto teoricamente vero: peccato che, a guardare bene, dopo il polverone iniziale seguito ai tragici attentati dinamitardi del 2006 che hanno ucciso 52 innocenti, la rete metropolitana di Londra resti vulnerabile più che mai come pure lo è ogni locale pubblico, ristoranti, pub e night club, che possono essere facili bersagli per i fanatici. Le madri benestanti e ansiose ormai accompagnano a scuola in auto i propri figli fin quasi in età universitaria. Questi si muovono entro corridoi sicuri fatti di trasporti sicuri, passaggi di amici, permanenze nelle scuole per evitare sgradevoli scontri con giovani teppisti. Il fumo è messo al bando, la sua vendita, come quella dell'alcol, è vietata ai minori, l'industria alimentare deve seguire regole di preparazione e confezionamento sempre più stringenti. L'igiene impera. Eppure l'alcolismo giovanile in Gran Bretagna è un problema dilagante. Come pure il Paese ha tristi primati come l'epidemia della mucca pazza, quella di afta epizootica delle pecore oltre a ondate di tifo che regolarmente si abbattono nelle scuole. Per non parlare dei micidiali batteri che girano per gli ospedali e che uccidono chi era entrato per curarsi da tutt'altra malattia..L'ansia di sicurezza ha peraltro creato un'industria fiorente che si nutre di se stessa con una bulimia inerziale. Essa moltiplica gli addetti e i gingilli messi in commercio per protezione. Non c'è stabile a Londra senza uno o più custodi in divisa. Non si entra in un ufficio senza avere un cartellino magnetico. Non c'è contatto fisico di lavoro che non venga registrato e annotato con cura con orario e luogo. Fortuna che nei locali di divertimento la vita si svolge ancora normalmente. Dio non voglia che non avvenga qualcosa. Altrimenti anche il sabato sera ci toccherà andare al ristorante, al cinema o a ballare con la tessera magnetica di riconoscimento appesa al collo…..

  • wellness |

    ma quale soldi per educazione…l’educazione è a prescindere e comincia da dentro casa la mattina , da quando mamma ti portava la colazione a letto…
    la gente che non si comporta bene va punita punto e basta, con pene certe e decise…la demagogia non aiuta…

  • romak |

    Grande Marco!
    Hai perfettamente ragione, inoltre, se tutti i soldi che vengono spesi per la sicurezza demagogica venissero spesi per l’educazione, probabilmente avremmo, nel giro di un cambio generazionale, una società migliore.

  • wellness |

    ebbè…cosa aggiungere..la società perfetta non esiste ..speriamo che alle prossime elezioni chi vince dia una sistemata ai su scritti argomenti..il motto sarebbe non sprecare energie e denaro in cose poco utili, c’è bisogno di tornare con i piedi per terra…per esempio meno droni , piu poliziotti per strada

  • vlayton |

    . . .and under the eye of the Big Brother! Che spavento! . . per un attimo mi sono sentita catapultata nella surreale realtà di 1984 in cui il saggio Orwell ci avevo già messo in guardia . . andandoci davvero molto vicino!

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