Finora sbeffeggiato alla stregua dei famigerati PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna) a causa dell'elevato indebitamento e delle remote prospettive di crescita dopo la più dura recessione dal dopoguerra, il vecchio leone britannico si è voluto smarcare dai cugini suini tornando, pur timidamente, a ruggire. Con sorpresa degli stessi inglesi, le stime ufficiali del nuovo organismo Office for Budget Responsability (OBR) hanno infatti rivisto al rialzo dal 1,2% all'1,8% la crescita del pil del 2010. Un balzo notevole e inaspettato che ha fatto tirare un sospiro di sollievo. Ma la grande domanda ora è: durerà questa ripresa o è destinata a perdere forza?
Secondo l'OBR la ripresa più robusta del previsto di quest'anno pagherà lo scotto di un rallentamento l'anno prossimo. Il che si tradurrà in una crescita del pil del 2,1% rispetto al 2,3% precedentemente previsto. Ma, tutto sommato, non sono cattive notizie. Dal 2012 al 2015 l'economia si rimetterà sul binario in cui normalmente si muove con un'andatura media del 2,5%. Sono inoltre buone nuove le previsioni di tagli inferiori al previsto nel settore pubblico che invece di perdere 400mila addetti da qui a fine legislatura nel 2015 riuscirà ora a contenere l'emorragia a quota 330mila. Il che è incoraggiante in termini di consumi recuperati. Il dato più interessante viene però dall'industria. Questa volta infatti sembra proprio che l'indebolimento della sterlina e il riposizionamento dell'industria inglese lontano dalla finanza e più vicina alla realtà stia dando i frutti voluti. Anzi, frutti insperati, se consideriamo che in novembre il settore manufatturiero britannico ha messo a segno il balzo più significativo da 16 anni a questa parte. L'indice degli acquisti delle imprese è a quota 58, massimo dal 1994. La produzione manufatturiera sta crescendo al ritmo più rapido degli ultimi sei mesi, come pure al massimo da 7 mesi sono le esportazioni. Ma la notizia più bella è che le imprese britanniche stanno assumendo a manetta, con un tasso di reclutamento che ha toccato il ritmo più rapido dal 1992, anno di uscita dalla scorsa recessione (1990-92) e anno in cui si è iniziato a tenere statistiche in materia. Insomma, la scommessa del Governo di fare ripartire l'economia malgrado drastici tagli pare funzionare. Gli scettici, che temevano che la cura drastica avrebbe potuto portare a una nuova recessione sono, per ora, smentiti.