Il verde londinese è pubblico e su questo non ci piove. La gente è libera di andarci e fare ciò che vuole entro i limiti della decenza e delle regole ambientali. Ma il dilemma si pone laddove la gente usa i parchi come strumento di lavoro, lucrandoci abbondantemente e senza dare nulla in cambio. Con questa idea chiara in mente numerosi parchi londinesi si preparano a estrarre centinaia se non migliaia di sterline a dogsitter, personal trainer e ginnasti d'ogni risma che usano il verde pubblico per fini professionali. A dare il fuoco alle polveri è il comune di Hammersmith & Fulham che si sta attrezzando a chiedere tra 350 e 1.200 sterline l'anno a chiunque tragga vantaggio professionale dal verde pubblico. Un personal trainer di dive o milionarie annoiate che cercano di rifarsi la linea zampettando nei parchi pubblici può guadagnare comodamente 5o sterline (60 euro) l'ora. In tempi grami come questi con le casse pubbliche e degli enti locali vuote il dazio da pagare potrebbe essere l'uovo di Colombo. Da qualche tempo i parchi reali, i cosiddetti Royal Parks (Hyde Park, Green Park, Richmond ecc) chiedono a istruttori ginnici e allenatori una quota quando questi escono con gruppi di clienti. Ora Hammersmith & Fulham vuole estendere la gabella anche ai corsi privati con singolo cliente, "one to one". Molti trainers hanno già messo in chiaro che rischiano di uscire dal mercato. Sembra di tornare ai vecchi tempi, con lo sceriffo di Nottingham che tassava la povera gente per spremerla fino all'ultima goccia. Solo la resistenza organizzata da Robin Hood dal bosco di Sherwood riusciva ad arginare l'avidità di re Giovanni. Chissà che da qualche albero di Hyde Park non sbuchi un novello Robin Hood per raddrizzare i torti…
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