Il caos e la confusione in cui si sono trovati nei giorni scorsi circa 40 milioni di utenti del mitico Blackberry mi hanno indotto a pensare come i telefoni intelligenti ci abbiano portato a un nuovo livello di fragilità. L'assuefazione ai continui contatti in tempo reale, le email a ping-pong serrato, spesso condivise da altre persone, che siano parenti, amici, dipendenti o capiazienda, si è trasformata di colpo in astinenza quando lo schermo della scatoletta magica è diventato silente, senza icone che occhieggiano e numeri che contano la posta in arrivo. L'accelerazione del tempo a cui siamo sottoposti si è schiantata nella congestione dei server. Dopo il silenzio, quando le cose sono ripartite, la scatoletta è tornata a sputare in disordine e in modo torrenziale tutti gli arretrati, come se il tempo, imprigionato, fosse rigurgitato dal passato. In quei giorni di sospensione mi è parso di tornare al Medioevo, affidando la mia comunicazione a scarni sms o ad arcaiche telefonate. Ma l'incidente del Blackberry personalmente mi è servito a qualcosa: a capire che questo modo di comunicare ci sta imbestialendo.
Fino all'incidente, infatti, si aveva la matematica certezza che i messaggi che partono arrivavano implacabilmente a destinazione. Con tutte le conseguenze del caso. Ho notato infatti da qualche tempo che sono aumentati i messaggi email che non ricevono risposta. Come interpretare un fenomeno così irritante? Perchè il destinatario non risponde? Ho scritto qualcosa che non va? Qualcosa di superfluo? Oppure non conto abbastanza per meritare una risposta? Oppure l'interlocutore dall'altra parte delle microonde è suonato come un pugile, brasato, e non riesce più a reagire? Forse è come un tennista sfiancato che non vede più palla e smette di rinviarla di là dalla rete? E i messaggi che ricevono subito risposta e ne chiedono un'altra in tempi rapidissimi? Chi è costui che continua ad asfissiarmi? E quello che mi rimanda l'email in caso non lo avessi letto per sbaglio (sapendo che comunque è arrivato) due volte nella stessa giornata? Comunque si giri la frittata da mittente o da destinatario si è sempre più irritati. E i messaggi pubblicitari? O quelli che hanno ricevuto il nostro email da un comune amico? Come si permettono? E gli email di comunicazione interna aziendale che intasano la nostra casella sedimentando uno sopra l'altro come fiocchi di neve? Aiuto.. pare di soffocare. Il fatto è che sarà solo peggio. Come ha provato il crash di alcuni server di Blackberry che non avevano più lo stomaco di sopportare tante parole in libertà.