Il centro di Londra è sempre più inquinato. E ciò non solo in virtù del moltiplicarsi della legione di furgoni e furgoncini che fanno consegne a domicilio sulle ali del boom dello shopping via internet. L’altro fattore “inquinante” è di segno opposto: se lo shopping a domicilio infatti pare premiare la pigrizia di chi non ha voglia di muoversi, esiste un universo parallelo di persone sempre più mobili e frenetiche che usano il taxi. L’arrivo di Uber, che si è inserito a sua volta in un brulicante mondo di mini-cab, ha compresso ulteriormente i costi di trasporto per gli utenti, accrescendo la domanda.
Risultato: a Londra tra taxi ufficiali (i cosiddetti black cabs), i mini-cab registrati e gli autisti Uber, il numero delle macchine con conducente sfiora ormai le 120mila unità. A cui si devono aggiungere un paio di migliaia di risciò che operano nel centro. Secondo Transport for London, il dipartimento dei trasporti della capitale, ormai oltre una vettura su dieci che entra nel centro ogni giorno è un’auto privata a noleggio. Queste sono aumentate con un decollo verticale (50%), passando dal 2010 a oggi da 60mila a quasi 100mila unità.
Il sindaco di Londra Boris Johnson sta correndo ai ripari per evitare che la situazione esca di controllo. Il numero di vetture in continuo aumento attrae un crescente numero di conducenti improvvisati e a volte mascalzoni. E’ spesso il caso del settore dei risciò, le carrozzelle trainate dalle biciclette che, oltre a rallentare il traffico, spesso sono al centro di proteste da parte di ignari turisti che vengono grassati (in un caso una coppia si sarebbe vista chiedere 650 sterline per un giro di mezzora). Su questo fronte si stanno valutando ipotesi estreme come la loro abolizione, malgrado ci siano tanti onesti conducenti.
La richiesta di porre un tetto a questo formicaio di vetture a nolo da parte del sindaco si è scontrata contro resistenze del Governo che vuole difendere il libero mercato. Dato che il clima si sta arroventando e che i 21mila tassisti ufficiali di black cab si vanno facendo sempre più minacciosi per evitare di farsi spazzare via dai concorrenti, l’ufficio del sindaco starebbe studiando di limitare la crescita dei mini cabbies aumentandone i costi di gestione. Caduto il tentativo di obbligare i conducenti di Uber di aspettare 5 minuti prima di dare seguito a una chiamata, la nuova proposta si concentra ora sulla cancellazione dell’esenzione per le auto private a nolo del pagamento della Congestion charge. Ciò aumenterebbe inevitabilmente i costi di gestione ai nuovi venuti, scoraggiandone l’ingresso sul mercato.
Peraltro i vecchi cabbies inglesi sono sempre più frustrati dal dovere passare un esame tanto difficile quanto ormai anacronistico per ottenere la licenza che implica un biennio di studi per memorizzare le vie di Londra. Qualsiasi immigrato fresco di arrivo nella capitale può’ oggi condurre un cliente in virtù del navigatore satellitare.
Ma la conoscenza delle strade non è tutto, dato che molti conducenti di auto private danno meno garanzie delle auto pubbliche che sono più regolamentate. Per questo è allo studio una proposta perché i conducenti parlino bene l’inglese e debbano passare un corso di lingua che deve essere accompagnato da un test di conoscenza di geografia della capitale, anche se non nello stesso dettaglio e profondità dei cabbies. I mini cabbies dovranno inoltre dichiarare in anticipo ai clienti la tariffa del trasporto, essere sempre in grado di fornire la propria identità con una carta di identità ad hoc, un numero di telefono a cui i clienti possono rivolgersi in caso di proteste e un’assicurazione onnicomprensiva. I mini-cab, il cui mercato era selvaggio fino ad alcuni anni fa, hanno dovuto già sottostare a una serie di regolamenti per condurre le auto. Ora questa nuova ondata in gestazione pare diretta anche ai neofiti che hanno deciso di aderire al mondo di Uber.
Può darsi che si arrivi a una migliore regolamentazione dell’universo dei taxi privati londinesi, ma un fatto è certo: sono ormai cresciuti a dismisura contribuendo ad accrescere l’inquinamento delle vie del centro.