Cosa sta succedendo nel Regno Unito? Londra viene descritta e difesa dsal suo sindaco, Boris Johnson, come una città-mondo, una palestra di globalizzazione un calamaro gigante che succhia energia dagli abissi e la irradia a tutta la nazione. Una visione ottimista, rispetto a chi la considera ormai un corpo estraneo rispetto al resto dell'isola. Il Regno Unito d'altronde ha voglia di lasciare l'Unione Europea e ciò mentre la Scozia vuole lasciare il Regno Unito.. Il cancelliere dello Scacchiere conservatore, George Osborne, ha messo in chiaro che se gli scozzesi diventano indipendenti dovranno abbandonare l'area della sterlina.
Gli scozzesi sostengono che possono essere indipendenti e mantenere tranquillamente la sterlina nell'interesse generale, ossia per evitare costi transazionali inutili sia per l'Inghilterra sia per la Scozia. Ma Londra non vuole sobbarcarsi valutariamente un'eventuale crisi economica del cugino del Nord. Londra non ha alcuna peraltro alcuna intenzione di entrare nell'euro. L'euro a sua volta tiene assieme paesi ben più disomogenei che Scozia e Inghilterra.
Ognuno motiva le proprie convinzioni con dati alla mano, invocando varie teorie economiche. I numeri volano, le misurazioni anche e la gente, che ha subito una crisi epocale che gli economisti non avevano previsto e che è stata vittima di un uso disinvolto di prodotti derivati e calcoli algoritmici, assistono sgomenti a un valzer di misurazioni pseudo-scientifiche che, alla fine dei conti, si risolvono in calcoli politici e servono gli istinti viscerali. Questi sono cavalcati dall'UKIP, il partito eurofobo di Nick Farage che fa appello agli inglesi doc, asseragliati nelle campagne, rispetto agli agglomerati multietnici e multiculturali delle città, Londra in testa, il cui sindaco, detto per inciso è anti-euro e anti UE… E ciò alla faccia del fatto che Londra deve il suo successo in massima parte all'immigrazione europea, che provenga da Ovest o Est. Basti pensare che, della metà delle case sopra il milione di sterline di valore comprate dagli stranieri nella capitale, oltre un terzo è comprata dagli europei continentali. Che fanno lievitare i prezzi illudendo gli inglesi di essere ricchi… Eppure leggi recenti hanno iniziato a rendere più difficile la vita anche ai cittadini UE..
Regno Unito contro UE, Londra contro tutti, Scozia contro il Regno Unito, Inghilterra del Sud Est contro il Nord, campagne contro città… la confusione regna sotto il cielo, la cacofonia è massima e però ognuno condisce i propri argomenti di calcoli e statistiche. Quelle che non sono servite a evitare lo scoppio della bolla finanziaria ma al contrario l'hanno alimentata fino a portarla nello spazio siderale lasciando la famiglia iglese media indebitata del 170% rispetto al proprio reddito. Il buon senso sembra avere perso cittadinanza e i numeri ogni significato. Almeno in economia e in politica. Mai come oggi mi pare più attuale una massima di Albert Einstein, che di numeri, fino a prova contraria, se ne intendeva: "not everything that can be counted counts and not everything that counts can be counted"…