Gli stranieri continuano ad assaltare il centro di Londra, facendo lievitare i prezzi delle case in quell'area che passa con l'acronimo di PCL (Prime Central London), vale a dire i quartieri di Mayfair, Belgravia, Knightsbridge, Marylebone, Regents Park, Kensington, Chelsea e Notting Hill. I dati dell'avanzata implacabile vengono da un recente studio dell'agenzia immobiliare Knight & Frank, secondo cui i prezzi a fine 2012 sono saliti nell'area del 60% rispetto al punto piú basso raggiunto nel marzo del 2009, pochi mesi dopo lo scoppio della bolla finanziaria a fine estate 2008. La crescita è stata particolarmente solida nel 2012, con un balzo del 15% rispetto all'anno precedente. A sostenere il boom del centro della capitale sono stati dunque gli acquirenti esteri, che hanno pesato per il 73% degli acquirenti totali. Una vera e propria invasione straniera, con una forte componente asiatica, in particolare Cina, Singapore, Hong Kong e Malaysia. Negli ultimi anni gli stranieri hanno dominato il mercato delle case sopra i 2 milioni di sterline di valore con una componente che sale oltre il 60% al di sopra della barra dei 5 milioni. Secondo l'agenzia Savills', peraltro, la crescita degli stranieri nel centro è proseguita inesorabilmente passando mediamente dal 23% del totale dei compratori nel 2005 al 38% nel 2012. La novità da rilevare, però, è che gli stranieri sono entrati a mani basse anche nella fascia di prezzi media e medio-bassa, dove comprano gli inglesi, rendendo loro la vita difficile. L'offerta di case a Londra è peraltro molto bassa rispetto alla domanda e le nuove costruzioni procedono con passo di lumaca. Lo scorso anno sono stati costruiti 18mila nuovi vani e molti di questi con pre-vendite all'estero. L'aggressivo marketing dei costruttori londinesi all'estero è stato criticato da più parti, specie dai politici, secondo cui incoraggiare gli acquisti degli stranieri ha come effetto di fare lievitare i prezzi delle case e tagliare fuori gli inglesi, specie i giovani. I costruttori hanno difeso la loro offensiva di marketing all'estero come un'operazione salutare, che permette di pre-finanziare nuove costruzioni di cui possono beneficiare anche gli inglesi.
L'arrembaggio al mattone londinese ha avuto negli ultimi anni anche una forte componente europea, specie negli ultimi due anni, quando i timori di una disintegrazione dell'area euro hanno spinto francesi, italiani, spagnoli e greci a diversificare i loro investimenti, comprando casa a Londra per ancorare il proprio danaro. Persone delle classi medie e medio alte, si badi bene, che hanno speso tra 300 e 800mila sterline per un appartamento, ben diversi dai nababbi e dagli oligarchi che razzolano al di sopra dei 2 milioni e dominano sopra i 5 milioni di sterline a pezzo. La forte spinta straniera ha fatto lievitare i prezzi dell'unità immobiliare media nell'area PCL oltre il milione di sterline, a 1,1 milioni per l'esattezza, rispetto alle 170mila sterline della casa media nel resto del Paese, dove dalla crisi del 2008 a oggi i prezzi immobiliari sono rimasti sostanzialmente piatti. Sotto la spinta propulsiva degli stranieri il centro di Londra è insomma decollato, passando da un valore medio di tre volte superiore alla media del resto del Paese a sette volte. Ennesima conferma che la capitale e' sempre più un corpo estraneo rispetto al Regno Unito. Una Babilonia popolata da ricchi marziani a cui gli inglesi guardano con crescente invidia e imbarazzo, quando non si fa largo l'insofferenza.
Quanto ancora durerà questa ascesa di prezzi che pare inarrestabile, a dispetto della grande crisi finanziaria degli ultimi 5 anni? Alcuni fattori che hanno sostenuto la fiammata degli ultimi due anni sembrano infatti disinnescarsi, come la fine del panico europeo sui destini dell'euro e la parallela crisi finanziaria, che paiono avere messo la fase acuta alle spalle. Inoltre, la probabile ascesa del dollaro sulla sterlina nei prossimi anni dovrebbe rendere meno interessante il settore immobiliare inglese per chi compra in dollari. Secondo il think thank Fathom Consulting c'è addirittura rischio che il sopravvalutato fortino del PCL subisca una correzione del 20% nel breve-medio termine. Secondo Knight Frank l'ascesa continuerà, ma a un ritmo assai minore: l'aumento complessivo dei prezzi nell'area PCL tra il 2013 e il 2018 dovrebbe essere del 26% ossia un "sostenibile" 4% annuo. L'aumento espresso in dollari nello stesso periodo dovrebbe essere del 15%, proprio per l'apprezzamento della valuta americana. Il fatto è che Knight Frank aveva previsto per il 2012 una crescita compresa tra lo 0 e il 6%: un dato smentito a consuntivo da una crescita a ritmo triplo…