Una delle ragioni che spiegano il boom dell'occupazione britannica malgrado un'economia che rimbalza sul fondo del barile è la crescita costante della sottocupazione. Secondo dati recenti dell'Ufficio Nazionale di Statistica britannico (ONS) i sottoimpiegati sono ormai 3,05 milioni rispetto ai 29,41 milioni di occupati. Uno su dieci insomma. E del totale dei sottoccupati ben 980,000, ossia circa uno su tre, si sono aggiunti negli ultimi 4 anni, da quando cioè è iniziata la recessione. La massima parte dei sottoccupati lavora part-time. Del milione che si è aggiunto negli ultimi 4 anni ben tre quarti lavorano part time. Del totale dei sottoccupati 1,9 milioni lavora part time. Da quanto emerge dalle stsatistiche peraltro circa un quarto dei sottoccupati non è per niente contento della propria situazione e vorrebbe lavorare di piú. Degli occupati a tempo pieno solo il 5,5% vorrebbe lavorare piú ore. Insomma, il futuro è sempre piú fatto di consulenze e lavoricchi. Con il risultato che la gente si impoverisce dato che l'inflazione è rimasta alta e i salari reali sono stati erosi. Insomma, ne, paese del mercato del lavoro flessibile e dell'orario flessibile iniziano i primi rimorsi e molti rimpiangono e sognano di poter riavere un posto fisso. Part time come lifestyle è un conto. Come necessità è tutt'altra cosa…