L'Inghilterra vanta molte tra le migliori Università del mondo. E' cosa nota. Ma è anche un fatto che la scuola secondaria è assai insoddisfacente, al punto da essere un cruccio nazionale, oggetto di infinite discussioni. L'educazione secondaria inglese, eccezion fatta per le scuole private di qualità, è infatti scivolata inesorabilmente in basso nelle league tables mondiali. Particolarmente negli ultimi anni, complici i laburisti, la scuola dell'obbligo è peggiorata in qualità diventando sempre più di manica larga nell'elargire pieni voti. Tra il 2000 e il 2009 i voti più alti, da A a C in ordine decrescente, sono aumentati del 10%. Risultato: le Università si sono fatte più selettive, il mondo del business più diffidente e il titolo di studio dell'obbligo è scaduto in valore. Chi proviene da licei europei e si presenta alle Università inglesi da anni si trovava in situazione di vantaggio rispetto a molti coetanei inglesi.
Il Governo lib-con ha ora deciso di prendere il toro per le corna, decidendo di cancellare l'esame finale dell'obbligo, che si passa a 16 anni, noto come GSCE, per sostituirlo dal 2017 con l'English baccalaureate. Galles e Scozia che hanno un sistema scolastico indipendente, prenderanno le loro decisioni separatamente. Il nuovo titolo, che ricalca in buona parte la maturità dei licei europei e ripristina lo spirito dei vecchi O levels, validi fino a metà anni '80, comporterà un esame finale nelle materie principali: inglese, matematica, storia, geografia, scienze e lingue straniere. Dal 2015 si comincerà con inglese, matematica e scienze. Le altre materie umanistiche seguiranno due anni dopo. Non ci saranno più quattro commissioni nazionali di esami con livello decrescente di esigenze, per cui diverse scuole seguivano diversi modelli con diversi gradi di rigore, ma una sola unificata, che inevitabilmente sarà più selettiva. Non ci saranno esamini durante l'anno che peseranno sul risultato finale né potranno essere ripetuti laddove lo studente intendesse migliorare il risultato. Tutto in un colpo e alla fine degli studi.
L'illusione laburista dell'Università per tutti e il liceo con voti sempre migliori per tutti è dunque al capolinea. Complice la crisi e il calo di competitività del Paese, si prepara un giro di vite. Laburisti e vari esponenti del corpo insegnante hanno criticato le misure, dicendo che sono un ritorno al passato. A volte tornare al passato può essere utile se serve a migliorare. E' un fatto però che il nuovo modello in virtù di una selezione più trasparente porterà a una divisione più marcata tra buone e cattive scuole. Una volta un A era un A per tutti e ipocritamente, all'inglese, si distingueva da che scuola proveniva (e commissione nazionale esaminatrice). Ora c'è rischio che alcune scuole sforneranno molti A e altre molti C. Inoltre ci sarà nel mondo del lavoro una distinzione tra chi è uscito da scuola col vecchio sistema e chi col nuovo. Più trasparenza nei voti, certo, ma una soluzione che aumenti oggettivamente la qualità dell'educazione per tutti resta di là da venire.