Come tutti gli eventi che hanno creato grandi aspettative, le Olimpiadi di Londra hanno lasciato qualche delusione. Chi si attendeva il tutto esaurito con una città congestionata ha visto con sgomento strade semivuote, negozi vuoti e, al di fuori dai grandi eventi, anche Stadi semivuoti. Ma questo effetto "quiete" che ha dato l'impressione di una Olimpiade un poco fantasma, non deve indurre a pensare che l'evento stesso sia stato soporifero. I giochi di Londra sono stati infatti un grande successo e dobbiamo toglierci il cappello davanti all'impeccabile organizzazione logistica della grande manifestazione. Sono stati per così dire dei giochi "leggeri", che non hanno subito alcuna grave contestazione, non sono stati oggetto di derisione o di risvolti grotteschi, non sono stati criticati per eccesso di sprechi o cattivo gusto e hanno avuto molti elementi e momenti creativi (come la cerimonia di apertura) che il mondo intero ha ammirato. Alla fine, insomma, tutto è filato liscio come l'olio.
Prima di trarre un bilancio conclusivo bisogna d'altronde attendere che il sipario venga definitivamente calato e, prima di allora, potremmo trovarci ad assistere a interessanti sorprese dalle Paralimpiadi che Londra potrebbe nuovamente rendere attraenti con altri effetti speciali. Sono anni che gli inglesi hanno coltivato una cultura positiva attorno ai portatori di handicap e alle loro sfide, affinando la sensibilità dell'opinione pubblica attorno a questo un nuovo tipo di competizione e ci sono ottime probabilità che saranno questi coraggiosi sportivi, più degli atleti normali, a ispirare le nuove generazioni.
Ciò che mi interessa sottilineare in questo blog è peraltro il clima di leggerezza che ha caratterizzato questi giochi, destinati da un lato a rimanere lietamente nella memoria e dall'altro a svanire, nella pratica, come una nuvola che non lascia nulla dietro di sè. Gran parte delle strutture sportive che abbiamo visto in questi giorni sono infatti destinate a scomparire ed essere smontate come un sipario teatrale. Non è un caso che ciò avvenga nella patria di Shakespeare dove la vita è percepita più che in ogni altro posto come una grande rappresentazione teatrale.
Da qui a fine anno verranno infatti smontati gli stadi di hockey, di polo su acqua e di basket. Il centro acquatico verrà trasformato e con esso spariranno alcuni ponticelli che avevano finora caratterizzato l'area. Dalla prossima estate il parco Nord verrà aperto con l'obiettivo di servire maggiormente la comunità circostante con vari centri sportivi. Da mondiale a locale. Sempre la prossima, estate tutto il villaggio olimpico verrà riconvertito in area residenziale. Dalla primavera del 2014 il centro acquatico verrà riaperto sotto nuove spoglie con bar e caffé e farà parte di un nuovo parco che verrà ribattezzato Queen Elizabeth Olympic Park. Nel 2015 la parte nord del parco verrà attrezzata per l'Hockey di cui si terranno i campionati europei. Dall'anno successivo sempre campionati europei ma questa volta acquatici nel centro acquatico ristrutturato. Nel 2017 campionati mondiali di ateletica.
Insomma, sotto nuove spoglie Londra sarà riuscita nel giro di un paio d'anni a riconvertire il centro olimpico in un centro polisportivo che rimarrà il principale centro d'attrazione dei maggiori eventi internazionali, pur tenendo d'occhio la dimensione locale, fondamentale per mantenere un raccordo con la popolazione dell'East End che é stata l'obiettivo principale di questa opera di rigenerazione urbana. Questa ha visto il rilancio di un grosso sobborgo come Stratford e la nascita dell'altro mega shopping centre della capitale: il Westfield, gemello di quello di Shepherd Bush, costato 1,45 miliardi di sterline. Si dice che il Queen Elisabeth Park sia destinato ad attrarre 9 milioni di visitatori l'anno. Personalmente su queste cifre sono molto cauto. Queste grandi opere di bonifica necessitano tempi lunghi. Canary Wharf ci ha messo almeno 20 anni a decollare e un posto come l'O2, l'arena dove si svolgono oggi i maggiori eventi rock, almeno 5 anni passando per le mani di almeno 3 proprietari che l'hanno salvata da altrettanti fallimenti. Ma Londra è una grande balena e riesce alla lunga ad accomodare tutto. E l'importante è mantenere l'iniziativa. Qualcosa accadrà…