Criminali, anarchici, vandali che verranno assicurati alla giustizia, grazie alle infallibili telecamere che tutto filmano. Parola del Governo britannico ormai riunito al completo, dato che dal Premier Cameron in giù quasi tutti hanno dovuto interrompere le vacanze per fare fronte alla violenza cieca che attanaglia la capitale dal week-end. In questo folle 2011, iniziato con la primavera araba, passato per le manifestazioni oceaniche in Israele contro il caro vita, non poteva mancare Londra, in versione di violenza psichedelica. Interi quartieri a Nord-Nord Est della capitale (Tottenham, Peckham, Hackney, East Ham, Stratford e Bethnal Green) e a Sud (Clapham, Lewisham, Croydon e Bromley) sono stati in queste ultime 96 ore messe a ferro e fuoco da bande decise a ogni costo a fare più danno possibile. Oltre 16mila poliziotti sono stati dislocati soltanto nella capitale. Se le cose peggiorano non si esclude di ricorrere a proiettili di gomma. Per un attimo si è sentito perfino accennare alla possibilità di fare intervenire l'esercito. Le autorità di polizia dicono che si tratta di disordini fotocopia che gang di facinorosi ripetono in diversi quartieri della capitale. Ma i disordini si sono allargati ad altre città, colpendo Birmingham, Liverpoool, Nottingham , Leeds e per finire pure Manchester. Ma che sta succedendo? Di colpo la Gran Bretagna è finita in mano a bande di malandrini?
Tutti richiamano alla memoria in queste ore i disordini di Broadwater Farm del 1985, in rivolta contro gli atteggiamenti razzisti della polizia. A sentire la gente dei quartieri in fiamme, la miccia sarebbe ancora la stessa: la polizia tratta con disprezzo le minoranze etniche, specie quella afro-caraibica. La morte del 29enne Mark Duggan a Tottenham in circostanze da chiarire durante una perquisizione hanno scatenato la rabbia. Oltre 700 persone sono state arrestate solo a Londra. Ma può una minoranza così esigua fare tanto danno? La risposta è sì, come da oltre un decennio hanno provato vari forme di movimenti anti globali. Ricordiamo che, su scala minore, Londra da dieci anni è vittima di scontri violenti organizzati da frange anti-capitaliste, che si avvalgono dei moderni mezzi di comunicazione e si organizzano in branchi. D'altronde, soltanto pochi mesi fa, gruppi estremi hanno messo a fuoco la capitale in occasione delle manifestazioni studentesche contro gli aumenti delle tasse universitarie. I gruppuscoli sono organizzati e particolarmente "cattivi", con lo scopo di infliggere il massimo di danni materiali possibile. La rabbia è cieca. Non ci sono scuse davanti a chi distrugge proprietà, anche perchè spesso ci vanno di mezzo i poveretti come quella signora che è stata fatta uscire dalla macchina che è stata poi incendiata. La gente in questi giorni ha manifestato un profondo senso di insicurezza e ha inveito contro il Governo, accusandolo di avere iniziato a potare fortemente gli organici delle forze dell'ordine per rientrare dal debito nel momento peggiore, in vista delle Olimpiadi del prossimo anno. Dunque esistono insufficienze crescenti sul fronte dell'azione repressiva. Dall'altra parte però come è possibile che in uno dei Paesi più civili d'Europa ci sia questo moltiplicarsi di hooligans? A a sentire le poche interviste di giovani che esprimono comprensione per il contesto sociale in cui queste azioni vandalistiche affondano le radici, il ritornello è uno solo: è la rabbia della parte piú povera e fragile di una generazione che già di per sè non ha futuro. Sono le frange estreme di una società disarticolata, con famiglie sempre più disintegrate, a cui negli anni del boom delle carte di credito facili sono solo stati esibiti modelli materiali insostenibili per la grande maggioranza e che ora, come un disco rotto, si vedono riproporre dai tabloid storie di successo e di danaro che sono sempre piú lontane dalla vita comune. Storie che spesso vengono ridicolizzate nelle chat room. A questi modelli i giovani rispondono con cinismo crescente. Un giovane nero intervistato ieri alla radio diceva che, anche se nella sua famiglia vivono in ristrettezze, tutti faticosamente restano ancorati a sani valori, convinti che solo il duro e onesto lavoro può tirare fuori dalla scellerato mare di debiti in cui ci troviamo. E' su costoro che i Governi devono puntare, dicendo che ormai tra debito e violenze è stato distrutto fin troppo e che in Occidente è arrivato il tempo di rimboccarsi le maniche e costruire.