Assai probabilmente sarà una brutta parentesi. Ma un fatto è certo: sempre più la gente sta peggio. La recessione sta lentamente finendo, ma gli inglesi, e con essi molti europei, si sentono sempre più poveri. L'assioma secondo il quale ogni anno avrebbe portato più benessere del precedente non tiene più. Un recente studio del think tank IFS (Institute for fiscal studies) ha rilevato che tra il 2008 e il 2011 il reddito medio degli inglesi è sceso dell'1,6% l'anno in termini reali. A essere colpiti più duramente, a causa del balzo dei prezzi dei generi di prima necessità, sono i poveri, in particolare la fascia del 10% dei meno abbienti, che ha visto ridurre il proprio reddito del 2,1% annuo, pari a 182 sterline (circa 200 euro).
I media inglesi danno sempre più resoconto di storie di famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Il Sunday Express ha rilevato giorni fa come sempre più persone soffrano letteralmente la fame e che la malnutrizione in alcune fasce sociali sta raggiungendo livelli di guardia con crescenti casi di rachitismo tra i bambini e rischi di diabete e malattie di cuore. L'Inghilterra, secondo il giornale, sarebbe il Paese messo peggio d'Europa con alcune aree di assoluta povertà. Su 10 regioni ridotte alla miseria ben 7 sono situate nella Grande Londra. Il quartiere di Tower Hamlets, a Est della capitale, accoglierebbe il numero più alto di bambini, ossia il 60%, che vivono in famiglie dove ogni membro deve sopravvivere con meno di 11 sterline a testa al giorno (14 euro). A star peggio sono però i pensionati che, secondo lo studio del IFS, hanno visto ridurre il proprio reddito del 2,4% all'anno, pari a 456 sterline (520 euro). La spaccatura crescente che molti economisti prevedevano con la crisi, ossia un crescente divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri, si sta trasferendo all'interno delle stesse società occidentali, con allarmanti casi di aggravamento. Peraltro, quanto è peggio in Gran Bretagna, è che l'inflazione in febbraio ha raggiunto il ritmo allarmante del 4,4% annuo. L'aumento dei prezzi, contrariamente al passato, non riesce a ridurre il debito pubblico come avverrebbe in una situazione normale. Gli inglesi rischiano dunque di rimanere strangolati da un mix di rigore fiscale e di aumento dei tassi (che si ripercuoterebbe sui mutui) per fare fronte al crescente aumento dei prezzi al consumo che già assottiglia i budget delle famiglie. Metteremo questi anni da incubo alle spalle? Credo proprio di sì, ma il periodo di vacche magre ormai va avanti da anni e sta mettendo a dura prova il morale della gente che, a corto di soldi, è sempre più depressa nell'animo oltre che nel portafoglio. Guerre e catastrofi naturali paiono in questi giorni accentuare il trend come in una coreografia da tregenda. Non disperiamo: in fondo a ogni tunnel c'è la luce del sole. Ma questa volta il tunnel è lungo e questa recessione rischia di essere veramente la peggiore da un secolo. Per la prima volta scopriamo a nostre spese che l'economia e la società hanno anche la marcia indietro. A sette anni di vacche grasse, dicevano i vecchi , ne seguono sette di vacche magre. Gli antichi lo sapevano. Noi contemporanei lo avevamo allegramente dimenticato.