Una sonnolenta campagna elettorale all'insegna del vuoto pneumatico di idee è stata scossa ieri dalle fondamenta dal trionfo di Nick Clegg al dibattito televisivo tra i leader dei tre maggiori partiti politici britannici. Nick Clegg, un nome onomatopeico che sembra descrivere il suono che fa il cambio di una macchina o uno scambio ferroviario, ha infatti dominato, erigendosi di una spanna sopra le teste del laburista Gordon Brown e del conservatore David Cameron. Di bell'aspetto, aitante, rilassato, giovane, estremamente telegenico, Clegg, leader dei liberaldemocratici, ha parlato al cuore della gente obbligando gli altri due contendenti a cominciare a turno i propri interventi con l'incipit < I agree with Nick >. I fendenti tra Brown e Cameron hanno fatto il resto: i leader dei due grandi partiti che sono stati al Governo negli ultimi 30 anni, hanno spesso litigato tra loro, danneggiandosi. Clegg è parso come persona sopra le parti, pulito, dato che il suo partito al Governo non va da decenni, e quindi capace di attaccare quando gli conveniva i leader dei due grandi partiti senza mai essere attaccato. Alla fine del dibattito, un primo sondaggio volante ha dato il 43% dei voti a Clegg, 26% a Cameron e 20% a Brown. Il risultato è lontano da quello previsto alle elezioni, ma certamente darà forza al terzo partito britannico, influenzando profondamente la campagna elettorale.
Quanta forza? Quanto basta: se solo i liberaldemocratici salissero dall'attuale 18% al 25%, raggiungendo i laburisti in declino, nel caso ci trovassimo di fronte a un hung Parliament, un parlamento sospeso, senza un vero vincitore, nel caso di un Governo di coalizione, i liberali diverrebbero determinanti. Nel week end del 17-18 aprile secondo un sondaggio del Daily Mirror il partito di Clegg era addirittura in testa a tutti con il 31% dei consensi rispetto al 29% dei conservatori e al 27 dei laburisti. Al di là delle alchimie di voto, difficili da prevedere con il sistema maggioritario e gli scherzi che possono tirare i seggi marginali, il dibattito di ieri sera fa riflettere profondamente. Infatti, a mio avviso, la vittoria morale di Clegg va molto al di là del suo volto fresco che si è opposto a quello segnato di un senescente Brown o a quello plastificato dell'abile retore Cameron. Clegg, avendo le mani libere, ha dato l'immagine di una persona dalle proposte genuine. Del rappresentante di un partito onesto, che da anni chiedeva un aumento delle tasse rispetto al ricorso al debito laburista, per finanziare le opere di infrastruttura, che quando scoppiò la crisi finanziaria subito aveva proposto di nazionalizzare la banche inglesi per evitare un crack e che ora, senza tema, ha già quantificato in 15 miliardi i tagli immediati alle spese per iniziare a cimare un pauroso deficit pubblico. In un momento in cui Brown va a destra, cercando al contempo di occupare la sinistra e Cameron va a sinistra per acchiappare voti senza però scontentare la destra, Clegg gioca la parte del disinteressato. Di più: la gente, in vari sondaggi, ha espresso di non avere più fiducia nella politica, in particolare dopo lo scandalo dei rimborsi spese dei deputati, in massima parte laburisti e conservatori. L'elettorato in cuor suo sente, forse a torto e in modo catastrofista, che questa crisi è frutto della somma degli eccessi thatcheriani con le privatizzazioni e laburisti con la corsa al debito. Gli inglesi non hanno più fiducia né nel modello thatcheriano né in quello del New Labour. I liberali con la loro schiettezza, iniziano ad attrarre. Clegg, il terzo incomodo, il terzo che gode tra i due litiganti, l'uomo che non ha da rendere conto degli errori passati e che incarna il buon senso, andrà lontano. Escludo che vinca le elezioni, ma certamente ha iniziato a farsi largo, uscendo dall'angolo in cui era stato relegato dalle regole del sistema maggioritario. Questo dibattito televisivo, primo nel suo genere, gli ha dato una pedana che lo ha messo alla pari dei due grandi leader dandogli una nuova dimensione. Da oggi tutti in Gran Bretagna sanno chi è Nick Clegg e da oggi la politica inglese torna a interessare. Clegg non vincera' il match ma ha vinto un round importante.