Ormai il tiro al banchiere in quanto categoria sociale è diventato uno sport internazionale, anzi, olimpionico. Da una ridotta di islamici e cristiani oltranzisti che condannano l'interesse come pratica peccaminosa, si è esteso con vigore ai Governi occidentali, in primis quelli che per anni hanno idolatrato e sostenuto i finanzieri. L'abitudine si è peraltro estesa tra gli stessi banchieri, che si sono divisi in buoni e cattivi. I primi che ammettono gli abusi di questi ultimi anni e si cospargono il capo di cenere e invocano riforme e gli ultimi che ostinatamente continuano a tirare dritto seguendo la strada maestra del Dio profitto, additati al ludibrio delle masse. A questo punto vale la pena ricordare che fu grazie alla finanza che il Rinascimento vide la luce in Italia per poi dilagare nel resto d'Occidente. E ciò in virtù dei Medici, famiglia di banchieri fiorentini (nella foto un ritratto di Cosimo). Grandi dinastie di finanzieri, come i Rothschild o i Warburg, per guardare a tempi più recenti, sono stati mecenati delle arti. E, paradossalmente,la grande bolla del 2004-2008 ha fatto del mercato dell'arte di Londra per un breve periodo il più fiorente del mondo, beneficiando giovani artisti squattrinati. L'economia agraria o quella socialista pianificata o un'economia industriale pura badano alla propria conservazione con l'autofinanziamento e non hanno tempo per sperperare danaro in stranezze come arte o letteratura. I banchieri hanno spesso investito il surplus di capitali in oggetti e creazioni dando loro un valore. Questa crisi ha creato una grande confusione, mescolando cause ed effetti. E' stato infatti l'abuso e non l'uso della finanza con presa eccessiva di rischi collettivi e bassi rischi personali a portarci a un soffio dalla catastrofe.
Un grande storico economico conservatore come Niall Ferguson ricorda nel suo libro "The Ascent of Money" che il salto epocale compiuto dai Medici è stato quello di istituzionalizzare la finanza a livello statale. Fino ad allora prestatori e cambiavalute erano ebrei che, per quanto ricchi, vivevano ai margini della società. La loro religione permetteva di prestare a interesse a non ebrei. Il loro cosmopolitismo li metteva in condizione di operare su vari livelli geografici e seguire i mercanti italiani che commerciavano con ogni parte del mondo. Ma gli ebrei erano fragili e quando un re o un potente di turno si indebitava troppo con loro li mandava in esilio o li cacciava in galera. I Medici, abili mercanti e, soprattutto Gentili, cambiarono il corso della storia prendendo il potere a Firenze e dando dignità alla finanza, settore in cui poterono sfondare grazie all'enorme surplus di capitale accumulato nei commerci. Artisti come Michelangelo o Botticelli, o scienziati come Galileo, ricorda Ferguson, non avrebbero mai potuto fiorire senza il mecenatismo e la protezione della famiglia fiorentina. Che, per mescolare il sacro col profano, diede peraltro due papi a Roma: Leone X Clemente VII. Chi erano i Medici? Ferguson lapidariamente dice di loro che almeno fino al 1390 erano dei banditi. Spregiudicati e spietati. I gangster, detto per inciso, sono forse la categoria sociale che più intraprende e prende rischi per accumulare vil danaro, sapendo che se va loro male finiscono in galera o periscono vittime di una gang rivale. Con Cosimo, i Medici diventano sempre più potenti e, attorno al 1420, hanno banche a Venezia e Roma per poi aprire filiali a Ginevra, Pisa, Londra e Avignone. Con l'aumentare della propria influenza Cosimo diventa il grande burattinaio che opera dietro le quinte influenzando la politica della Repubblica fiorentina. Ma il suo potere pesava ormai troppo e due famiglie patrizie rivali, gli Albizi e gli Strozzi, riescono ad esiliarlo con l'accusa di essere un tiranno. Grazie a una serie di bustarelle ben piazzate, Cosimo riesce a ottenere nel 1433 l'esilio invece di una pena severa. Vive un esilio dorato e, a colpi di altre bustarelle, riesce a rimpatriare, accolto con entusiasmo dai fiorentini. Nel 1458 papa Pio II lo definisce l'uomo più potente d'Italia. Già dal 1439 quando riesce a spostare il Concilio Vaticano da Ferrara a Firenze dà prova di grande potere e molti definiscono la capitale toscana come la nuova Roma. Ma lo strapotere dei Medici pesa: nel 1478 Giuliano, fratello di Lorenzo detto il Magnifico, nipote di Cosimo, viene assassinato nella congiura dei Pazzi. Nel 1494 in coincidenza con l'invasione francese i Medici sono espulsi una seconda volta da Firenze e tutti i loro beni confiscati e liquidati. Il frate Girolamo Savonarola, grande critico della dinastia fiorentina che considera l'incarnazione del Diavolo, guida una rivolta che porta alla distruzione di gran parte dei loro beni e archivi. Ma nel 1537, con Firenze in ginocchio, Cosimo Junior veene richiamato e nel 1569 eletto Granduca. Da banchieri a governanti la parabola si chiudeva. Il Granducato sarebbe durato fino al 1743. Ma il Rinascimento era ormai morente e l'Italia si avviava a diventare un Paese di serie B. Potere e danaro, corruzione e spregiudicatezza, conflitti d'interessi, violenza e arte sublime. Per molti versi la storia d'Italia si ripete. Ma a noi interessa trarre una lezione: la finanza di per sè non è un male. Ha portato grande progresso alla storia umana. E' stata un fattore di sofisticazione e globalizzazione proprio in virtù dei cambiavalute che appoggiavano i viaggi dei mercanti. Tutto in nome del rischio imprenditoriale. Altro che i bonus garantiti o i subprime o i prodotti astrusi creati dai banchieri degli anni duemila. Che hanno fallito per avere giocato col danaro altrui in modo irresponsabile. Il che non c'entra un fico con la "sana" finanza e il "sano" rischio imprenditoriale. Un'altra lezione da trarre: la natura dei rapporti umani è complessa come lo è l'economia. E nella complessità c'è progresso. Semplificare tagliando con l'accetta e fare del semplice moralismo non ci permette di capire. Quando critichiamo ciecamente i banchieri fermiamoci un attimo e ricordiamoci che veniamo dal Paese che le banche le ha inventate e grazie alle banche ha dato una lezione di economia e civiltà al mondo intero.