"An Englishman’s home is his castle". Per un inglese, la casa è il suo castello. Mai il famoso detto è parso più appropriato da quando, una dozzina di anni fa, è partito il più lungo e tumultuoso boom immobiliare dal dopoguerra. Grazie a un’esplosione dei prezzi che ha fatto crescere il valore della casa media nel Regno Unito dal 1997 a oggi del 320% a 186 mila sterline (270mila euro) e superare a Londra la barriera di 300mila sterline (420mila euro) ogni inglese si sente più che mai un castellano, seduto su una solida pila di mattoni d’oro.
La casa è diventata l’assicurazione sulla vita, sulle malattie, la previdenza sociale e la pietra angolare del bilancio di ogni famiglia. Utilizzando la casa gli inglesi prendono a prestito in misura sempre crescente in proprorzione all’aumento dei prezzi immobiliari che procede da tempo a un ritmo annuo a due cifre a fronte di un aumento dell’inflazione e dei salari del 2-3%. Al punto che oggi l’indebitamento privato degli inglesi ha superato il pil. Il fatto è che questo boom è diventato insostenibile e le Cassandre si moltiplicano. Finora sono state smentite: qualche rallentamento qua e là c’è stato, come è capitato nel 2004-5, a cui è però seguito poco dopo una nuova galoppata. Ora la musica sembra cambiare veramente. Un rapporto del Fmi mette in guardia dal fatto che le case inglesi nell’ultimo decennio sono cresciute più del 50% del dovuto. E il Governatore della Banca d’Inghilterra, Mervyn King, ha detto che il prossimo anno l’economia inglese è destinata a rallentare sensibilmente.
Quel che è peggio è che i primi chiari segnali di rallentamento si sono già manifestati. E lo scorso novembre potrebbe essere ricordato tristemente come il mese della svolta. In novembre, secondo quanto ha riferito la banca di credito ipotecario Nationwide, i prezzi sono scesi dello 0,8%, mettendo a segno il declino mensile più brusco dal lontano giugno del 1995. Su base annua l’aumento rispetto al novembre del 2006 è ancora un ragguardevole 6,9% ma il calo è brusco se paragonato al 9,7% di ottobre e le doppie cifre dei mesi precedenti. Solo Londra ha tenuto con un aumento del 14,7 annuo in ottobre, ma anch’esso in netto calo rispetto al 16,7% di settembre. Inoltre, la Banca d’Inghilterra ha segnalato in novembre un crollo del 31% della domanda di prestiti ipotecari nel Paese, il che non lascia presagire nulla di buono. Un fatto è certo: data la forte crisi di liquidità sui mercati e gli elevati tassi in Gran Bretagna (sono ancora al 5,75%) che scoraggiano nuovi prestiti, questa volta pare proprio quella buona. Anzi quella cattiva: la bolla immobiliare inglese ha iniziato a sgonfiarsi. La gente ha allacciato le cinture e si prepara a ballare in una forte zona di turbolenze. Augurandosi vivamente un atterraggio morbido.