Il picco di 8,615 milioni di abitanti raggiunto da Londra nel 1939, poco prima dello scoppio della Seconda Guerra mondiale, sta per essere superato. Secondo gli esperti di statistiche della capitale (GLA, Greater London Authority) il record sarebbe infatti stato bruciato proprio in questi giorni. Non si sa se l’abitante che ha sfondato la barriera sia un nuovo nato di una città di per sé assai giovane, dato che il 44% dei residenti ha tra 16 e 44 anni, o di un nuovo venuto, uno dei tanti stranieri provenienti da varie parti del mondo, forse uno di quei tanti italiani che fioccano a ondate da un triennio a questa parte.
L’aspetto interessante, che pochi forse sapevano, è che Londra non è andata crescendo in modo lineare dall’antichità a oggi, aggiungendo continuamente popolazione ma, come capita a moltissimi centri urbani, ha avuto un progresso a zig zag. Dopo il picco del 1939, la capitale, in parte a causa della guerra, in parte a causa dell’emigrazione e al dislocamento di molti abitanti in nuovi cittadine satelliti, è andata infatti svuotandosi, con una netta accelerazione durante gli anni ’70 durante la profonda crisi economica, fino a toccare 6,6 milioni di abitanti nel censimento del 1981 e mantenere lo stesso livello (6,7 milioni) nel censimento del 1991. Una quota pericolosamente bassa, che ha rimesso le lancette indietro di quasi un secolo, dato che la città aveva già raggiunto i 6,5 milioni nel lontano 1901 e da allora era sempre cresciuta. In verità era addirittura quasi sestuplicata rispetto a un secolo prima, nel 1801, anno del primo censimento della storia, quando la capitale britannica, sul filo del milione di abitanti (959mila per l’esattezza), si consacrava la città più popolosa del pianeta. Un record seguito al sorpasso su Parigi un secolo prima ancora, nel 1700, sul filo dei 500mila abitanti, quando la capitale inglese raggiunse i 575mila abitanti.
Dal 1991 insomma, Londra dopo due forti alti e bassi, ha ricominciato a crescere alla grande, innestando le marce alte e macinando una tappa dopo l’altra: 7,2 milioni nel 2001, 8,2 milioni nel 2011 e, appunto, oltre 8,6 milioni oggi. Due milioni persi in 42 anni, dal picco del 1939 e poi altrettanti recuperati nei 24 anni seguiti al 1991, dato che nel decennio tra il 1981 e il 1991 la popolazione era rimasta praticamente immobile.
La Londra di oggi, a parità’ di abitanti, è ben diversa da quella del 1939, quando la popolazione, in massima parte britannica e proveniente dalle campagne, bastonata dalla Grande Depressione, fioccava nella capitale in cerca di un lavoro, ammassandosi in spazi angusti, prevalentemente nell’East End. Dopo la guerra, la congestione fu in parte “risolta” con la costruzione negli anni ’50 e ’60 di cittadine satelliti nel Sud Est e dalla demolizione di molti quartieri dell’East End sotto la regia di Patrick Abercrombie, un oscuro funzionario statale che ha avuto il compito di ripensare il tessuto urbano della grande metropoli.
La Londra di oggi è molto più abitabile e meno angusta con ampi spazi moderni e tanto verde, ma soffre lo stesso di una cronica inadeguatezza dell’offerta di vani che spingono continuamente i prezzi al rialzo, rendendo l’acquisto della prima casa virtualmente impossibile per molti giovani.
La città continua peraltro a popolarsi e secondo la media di varie proiezioni è destinata a raggiungere i 10 milioni di abitanti nel 2030 e gli 11 milioni nel 2050. La domanda per i trasporti pubblici è destinata a crescere del 50% nel 2036 e in questo senso il nuovo anello ferroviario urbano Cross Rail di 73 miglia (100 km circa) costituirà un collegamento cruciale. Ma molto resterà da fare in termini di accomodamento della popolazione. Secondo uno studio dell’Ufficio del sindaco nel 2050 la metropoli avrà bisogno di 1,5 milioni di abitazioni in più, 20% in più di energia elettrica per non parlare di centinaia di nuove scuole, spazi verdi oltre a una crescente connessione con la rete. Quanto ai trasporti è già all’orizzonte il progetto di Crossrail 2 che potrebbe essere attivo dal 2030, oltre all’estensione della linea metropolitana Bakerloo a Sud Est di Londra. Oltre all’estensione aeroportuale che tra Heathrow, Gatwick e la possibilità di un megaeroporto sulla foce del Tamigi e’ continuo oggetto di speculazioni mentre il traffico aereo cresce a dismisura. Una sfida enorme aspetta dunque la capitale nei prossimi anni. Il boom che sta attraversando la capitale è infatti di quelli storici: per la seconda volta dai tempi della Regina Vittoria, quando passo’ da uno a 6,5 milioni di abitanti, la città ha avviato una crescita vertiginosa che le farà raddoppiare la popolazione nel giro di 60 anni.