Una ripresa piccola piccola

Darlingbudget La recessione britannica è ufficialmente conclusa. O no? Dopo 18 mesi di continuo calo del pil, nell'ultimo trimestre del 2009 l'economia è ripartita al ritmo anemico dello 0,1%. Il che, per molti, significa che non è ripartita. Basta infatti una lieve revisione statistica che il dato può tornare in terreno negativo. E poi c'è rischio che ci torni comunque nel trimestre in corso, dato che quello passato è stato sostenuto da una mini fiammata dei consumi natalizi. A cui rischia di seguire un prosciugamento degli acquisti, dato che gli inglesi ormai hanno le tasche vuote e che da gennaio l'Iva viene nuovamente riportata dal 15% al 17,5%. Un fatto è certo: l'economia nel 2009 si è contratta del 4,8%, il peggior dato dal 1921 secondo alcuni. Il peggiore dal dopoguerra a detta di tutti. Un brutto affare, per un Governo che si dimena in ogni modo per tentare un recupero in vista delle elezioni di questa primavera. Per il cancelliere Alistair Darling (nella foto) si tratta di una missione impossibile.


Come spiegare agli inglesi che la Gran Bretagna, contrariamente alle previsioni rosee del premier Gordon Brown, che parlava di un rapido rimbalzo, si continua a trascinare penosamente sui fondali melmosi della crisi? Brown aveva detto che il Paese sarebbe uscito dalla recessione prima di ogni altro paese europeo. Invece quest'anno deve essere felice se crescerà dell'1,3% rispetto all'1,4% della Francia, all'1,5% della Germania e al 2,7% degli Usa. Tutti Paesi che comunque hanno accusato un regresso del pil assai inferiore di quello inglese. Solo l'Italia eguaglia la Gran Bretagna e solo l'Irlanda e la Spagna hanno fatto peggio. Poi bisogna calcolare che la ripresa, se mai si dimostrasse tale serve penosamente a recuperare posizioni perdute. La prospettiva di ritornare ai livelli del 2007 è infatti lontana: non prima del 2012, secondo gli esperti. Insomma, cinque anni gettati alle ortiche. Il dilemma è grave: il Governo ha un bisogno disperato di ridurre il deficit di 178 miliardi di sterline accumulato dopo lo scoppio della bolla finanziaria. Bill Gross, co-fondatore del fondo Pimco e guru incontrastato del settore obbligazionario si è spinto ad affermare che "i titoli di Stato inglesi giacciono su un letto di nitroglicerina" sconsigliando gli investitori ad acquistarli fino a che non sarà più chiaro come il Paese riuscirà a rientrare dalla massa di debiti accumulata. Una manovra difficile: se il Governo inizia infatti ad aumentare la pressione fiscale o a tagliare le spese rischia di affondare nuovamente un vascello che è tornato a galleggiare malamente.  Comunque vada, questa ripresina stentata e penosa non riuscirà a salvare Brown dal pollice verso degli elettori.